Zetetica e/o pensiero critico

Pensiero critico? Stretto è il crinale tra il dubbio e l’ermeneutica quietistico-relativistica: la critica della metafisica non è più oggi quella del XIX secolo
Significa cioè prevalentemente critica di qualunque possibilità di pensare la trasformazione. Esposito pare qui dimenticarlo [SGA].

zetetiqueL’arte del dubbio. È un metodo “trasversale” antico quanto la filosofia Che ora riscopriamo per difenderci da dogmi false notizie e propaganda, di Roberto Esposito (Repubblica 22.2.15)

Università di Grenoble “Così insegniamo ai nostri alunni il pensiero critico”
di Anais Ginori (Repubblica 22.2.15)

«Intanto non le chiamiamo teorie(del complotto), ma scenari, miti moderni, perché non sono confutabili e dunque non rispettano il criterio di falsificabilità di Karl Popper. Quando ci troviamo di fronte a scenari complottisti, come quello sull’11 Settembre, non facciamo altro che usare nozioni di epistemologia, applicando il criterio di massima parsimonia o il cosiddetto “Rasoio di Occam” che prediligono spiegazioni dimostrabili e semplici. L’esercizio funziona quasi sempre».


 

Un drago nel mio garage, di Carl Sagan e Ann Dryand

“Ancora una volta, l’unico approccio ragionevole consiste nel rifiutare provvisoriamente l’ipotesi dei draghi, nell’essere disponibili a valutare futuri dati fisici che dovessero presentarsi, e nel chiedersi per quale motivo un così gran numero di persone sobrie e sane di mente condividano la stessa strana illusione.”


 

Is There a God? di Bertrand Russell, 1952

“Many orthodox people speak as though it were the business of sceptics to disprove received dogmas rather than of dogmatists to prove them.  If I were to suggest that between the Earth and Mars there is a china teapot revolving about the sun in an elliptical orbit, nobody would be able to disprove my assertion provided I were careful to add that the teapot is too small to be revealed even by our most powerful telescopes. But if I were to go on to say that, since my assertion cannot be disproved, it is intolerable presumption on the part of human reason to doubt it, I should rightly be thought to be talking nonsense. If, however, the existence of such a teapot were affirmed in ancient books, taught as the sacred truth every Sunday, and instilled into the minds of children at school, hesitation to believe in its existence would become a mark of eccentricity and entitle the doubter to the attentions of the psychiatrist in an enlightened age or of the Inquisitor in an earlier time.”