Cartesio – Principi di filosofia

scheda: Chi dubita pensa!  penso mas não existo

René Descartes, Renatus Cartesius, Cartesio, (31 marzo 1596 – 11 febbraio 1650).

Principia philosophiae  – 1644 in latino, traduzione in francese nel 1647 (testo)

La frase «cogito, ergo sum» appare nei Principia philosophiae 1, 7 e 10. –  Nulla viene dal nulla. Ex nihilo nihil fit.(Principia philosophiæ, Parte I , art. 49, Riprende Lucrezio) – in Principia philosophiae (1644), I, IV e X passim (ove si dice: «… . questa conoscenza, io penso, dunque sono,…)

I Principi della Filosofia ( riprod anastatica di ediz- LibrItalia 1996) 

PARTE PRIMA

Dei principi della conoscenza umana 

1 [Per liberarci dei pregiudizi acquisiti dobbiamo] porre in dubbio tutto ciò dove troveremo il più piccolo sospetto di incertezza.

2 [Le cose che superano la prova del dubbio sono certissime]

3 [ma il dubbio non deve diventare una condotta di vita, spesso dobbiamo decidere seguendo le nostre opinioni e scegliendone una per perseguirla] come se l’avessimo giudicata certissima.

4 [dubitare della verità delle cose sensibili. Dubitare dei sensi e dei sogni]

5 [dubitare anche della matematica, perché non essendo perfetti possiamo sempre essere ingannati]

6 Ma anche se chi ci ha creati fosse onnipotente, e quand’anche si divertisse a ingannarci, non perciò sperimentiamo in noi una libertà ch’è tale, che noi possiamo astenerci dall’ammettere in nostra credenza le cose che non conosciamo bene, e così evitare d’essere ingannati.

7 ma non sapremmo supporre in egual modo che noi non esistiamo mentre che dubitiamo della verità di tutte queste cose… conclusione: Io penso dunque sono 

8 [l’anima è una sostanza distinta dal corpo] esistiamo per il solo fatto che pensiamo; e per conseguenza che la nozione che abbiamo della nostra anima o del nostro pensiero, precede quella che abbiamo del corpo, visto che dubitiamo che vi siano al mondo dei corpi, mentre sappiamo con certezza che pensiamo.

9 Con la parola pensiero, io intendo tutto quello che accade in noi in tal modo che noi lo percepiamo immediatamente per noi stessi; ecco perché non solo intendere, volere, immaginare, ma anche sentire è qui lo steso che pensare. [ma se parlo della sola azione del mio pensiero, o del sentimento che mi rende consapevole di ciò che sto facendo, non posso dubitare, poiché si riferisce all’anima] che sola ha la facoltà di sentire, o di pensare.

14 Il pensiero… per il solo fatto divedere che l’esistenza necessaria ed eterna è compresa  nell’idea che esso ha di un Essere perfettissimo, deve concludere che quest’Essere perfettissimo è o esiste.  (87)

26 vedendo cose nelle quali non osserviamo dei limiti, non asseriremo per questo ch’esse sono infinite, ma le crederemo solo indefinite… il numero delle stelle indefinito (95)

30 Da cui segue che la facoltà di conoscere ch’egli ci ha data, che noi chiamiamo luce naturale, non vede mai oggetto alcuno che non sia vero in quello che essa ne percepisce, cioè in quello che essa considera chiaramente e distintamente. (97)

32 Modi di pensare: l’uno consiste nel percepire per mezzo dell’intelletto, e l’altro a determinarsi per mezzo della volontà (98)

 

45 [percezione chiara e distinta] (106)

49 Quando pensiamo che dal nulla non si potrebbe fare nulla, noi non crediamo che questa proposizione sia una cosa che esista, o la proprietà di qualche cosa, ma la prendiamo per una certa verità eterna che ha sua sede nel nostro pensiero.

53 Tutte le proprietà che troviamo nella cosa che pensa, non sono che modi differenti di pensare. (112)

Car toutes les façons de penser que nous re-marquons en nous peuvent etre rapportées à deux generales ; dont l’une consiste à appercevoir par l’entendement, et l’autre à se determiner par la volonté. Ainsi sentir, imaginer, et mesme concevoir des choses purement intelligibles, ne sont que des façons differentes d’appercevoir : mais desirer, avoir de l’adversion, assurer, nier, douter, sont des façons differentes de vouloir.

PARTE SECONDA: dei principi delle cose materiali

5 [spazio vuoto] (139)

20 [Dio fa quel che vuole quindi non possiamo dire che via siano parti indivisibili (153)

21 la materia estesa che compone l’universo non ha limiti ma non si può affermare che sia infinita, è indefinita (153)

22 la terra e cieli sono fatti di una stessa materia… [un solo mondo]

25 il movimento è sempre nel mobile e non in ciò che muove (156)

31 La terra gira sul suo asse (161)

37 Le leggi della natura sono le cause seconde dei diversi movimenti che osserviamo in tutti i corpi. La prima è che ogni cosa resta nello stesso stato per quanto può, e che mai lo cambia se non per l’incontro con altre. Ma quando ha cominciato a muoversi da sé, non abbiamo nemmeno nessuna ragione di pensare che debba mai cessare di muoversi con la stessa forza…, che mai si ferma da se stesso. Ma poiché abitiamo una terra dove tutti i movimenti tendono al riposo…non è che un falso pregiudizio. [attrito aria, acqua…] (170)

39 [ogni corpo che si muove tende a seguire una linea retta]

la Terra, per sua forza particolare e differente da quella che trasporta il Cielo, si separa dalle parti di questa materia che la toccano immediatamente, e descrive un circolo in mezzo ad esse.(172)

40, 41, 42, 43 …. movimento di un corpo

PARTE TERZA : del mondo visibile

26 [Per quanto riguarda poi il moto della Terra intorno al Sole:] “essa è in riposo, e che non ha propensione al movimento, visto che non ne notiamo in essa; ma non crediamo nemmeno che questo possa impedire che essa sia portata dal corso del cielo che segna il suo movimento, senza, peraltro, muoversi: come un vascello, che non è trasportato dal vento, né da remi, e che non è nemmeno trattenuto da ancore, resta fermo nel mezzo del mare, benché forse il flusso o riflusso di quella  gran massa d’acqua lo porti insensibilmente con sé.” (214)

38 [l’ipotesi di Tycho Brahe: il Sole gira attorno alla Terra e si trascina gli altri pianeti] (225)

39 la Terra, per sua forza particolare e differente da quella che trasporta il Cielo, si separa dalle parti di questa materia che la toccano immediatamente, e descrive un circolo in mezzo ad esse. (226)

[nota: Dal mio punto di vista i ragionamenti di Cartesio seguono una procedura circolare – che però non si chiuderebbe se non intervenisse l’intuizione – e finiscono spesso con il confondersi dietro al gioco della duplice negazione/affermazione (per esempio il sopracitato paragrafo 7]

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