Marx: Democrito e Epicuro

Marx: Democrito ed Epicuro, La Nuova Italia, 1962.

Cicerone:”Il Sole sembra grande a Democrito perché ha una conoscenza della geometria; ad Epicuro appare grande due piedi perché pensa che sia grande quanto appare”.

“Questa differenza tra i giudizi teorici di Democrito e quelli di Epicuro intorno alla certezza della scienza ed alla verità dei suoi oggetti si attua nella differenza di energia e prassi scientifica tra questi uomini. Democrito, per il quale il principio non si manifesta, ma resta senza realtà e senza esistenza, ha invece davanti a sé, come mondo reale e ricco di contenuto, il mondo della percezione universale sensibile. Esso è, sì, parvenza soggettiva, ma appunto per questo è avulso dal principio e sussiste nella sua autonoma realtà; unico oggetto reale al tempo stesso, ha valore e significato in quanto tale. Democrito è spinto perciò all’osservazione empirica. Insoddisfatto della filosofia, si getta nelle braccia del sapere positivo.” (24)

Mentre “Epicuro – egli è pago e beato della filosofia – disprezza le scienze positive, giacché nessun contributo recano alla vera perfezione…” (24)

Unica regola che Epicuro prescrive: la spiegazione non sia in contrasto con la percezione sensibile. (31)

“Vediamo dunque i due uomini  starsi a fronte continuamente. L’uno è scettico, l’altro dogmatico; l’uno ritiene parvenza soggettiva il mondo sensibile, l’altro lo ritiene manifestazione oggettiva. Colui che ritiene parvenza soggettiva il mondo sensibile si getta sulla scienza empirica della natura e sulle conoscenze positive, ed impersona l’irrequietezza della osservazione, che sperimenta, e dovunque apprende e si estende; l’altro, che ritiene reale il mondo delle apparenze, disprezza la empiria ed impersona la calma del pensiero soddisfatto di sé, l’autonomia che attinge il suo sapere ex principio interno . Ma il contrasto si fa ancora più acuto. Lo scettico ed empirico, per il quale la natura sensibile si risolve in parvenza soggettiva, la considera dal punto di vista della necessità, e cerca di spiegare e di comprendere l’esistenza reale delle cose; il filosofo e dogmatico invece, che considera reale il fenomeno, in ogni cosa non vede altro che il caso; e le sue spiegazioni portano soprattutto alla soppressione di ogni realtà oggettiva della natura. Un che d’assurdo sembra esservi in questi contrasti. A stento si può ancora credere che questi uomini, che si contraddicono in tutto, seguiranno poi la stessa dottrina. E tuttavia sembrano incatenati l’uno all’altro.” (p. 31/32)

Epicuro ammette un triplice movimento degli atomi nel vuoto: 1) caduta rettilinea; 2) deviazione dell’atomo dalla linea retta; 3) repulsione degli atomi.

Democrito concorda per 1 e 3 e diverge sulla declinazione dell’atomo dalla linea retta.

“La repulsione è la prima forma dell’autocoscienza, e corrisponde pertanto all’autocoscienza che si apprende come essere immediato, come astratta individualità. Nella repulsione è dunque attuato il concetto dell’atomo, secondo cui esso è l’astratta forma e, del pari, il contrario, l’astratta materia; poiché ciò con cui l’atomo è in rapporto sono, sì, atomi, ma altri atomi. Ma se io mi comporto con me stesso come con un altro in senso immediato, il mio è un comportamento materiale. È la massima esteriorità che possa pensarsi. Nella repulsione degli atomi dunque la materialità dei medesimi, espressa nella caduta rettilinea, e la loro determinazione formale, espressa nella declinazione sono unite in una sintesi.(p.43/44)

[Marx abbina il concetto di atomo a quello di individuo e trae da quest’ultimo la regola dialettica che dovrebbe seguire l’atomo. E viceversa usa l’autodeterminazione dell’atomo per sostenere l’autocoscienza dell’individuo

atomo -> repulsione o urto = (sintesi di caduta e declinazione)

individuo -> negazione -> autocoscienza -> astratta individualità

Atomo -> uno <- individuo ]

Democrito, in contrasto con Epicuro, concepisce come un moto violento, un’opera della cieca necessità ciò che per questo è l’attuazione del concetto di atomo. Già abbiamo visto come egli indichi quale sostanza della necessità il vortice ( … ) originato dalla repulsione e dall’urto degli atomi. Egli vede dunque nella repulsione solo gli aspetti materiali, la scissione, il mutamento, non l’aspetto ideale in base al quale è negato ogni rapporto con l’altro ed il movimento è posto come autodeterminazione. Ciò appare chiaro dal fatto che si raffigura in guisa del tutto sensibile lo stesso corpo diviso in molti dallo spazio vuoto, come oro che sia diviso in pezzi. Non vede insomma nell’uno il concetto di atomo. (p.44)

 

La declinazione epicurea dell’atomo ha mutato dunque tutta la struttura interna del mondo degli atomi, in quanto per suo mezzo ha luogo la determinazione della forma e si attua il contrasto insito nel concetto di atomo. Epicuro ha pertanto affermato per primo, anche se in forma sensibile, la natura della repulsione, mentre Democrito ne ha conosciuto soltanto l’esistenza materiale. È per questo che troviamo in Epicuro anche forme più concrete di repulsione: nel campo politico il contratto, nel campo sociale l’amicizia, esaltata come bene supremo.” (p. 45)

“Per Democrito il tempo non ha importanza e non ha necessità per il sistema. Egli lo spiega per eliminarlo. Esso viene determinato come eterno, affinchè, come dicono Aristotele e Simplicio, siano esclusi dagli atomi il nascere e il perire e, pertanto, l’elemento temporale. Proprio esso, il tempo, fornirebbe la prova che non tutto deve avere un’origine, un momento iniziale.” (p.63)

“La differenza tra la filosofia naturale di Democrito e quella di Epicuro, esposta alla fine della parte generale, si è trovata ulteriormente confermata e sviluppata in tutti i campi della natura. In Epicuro dunque l’atomistica, con tutte le sue contraddizioni, è svolta e compiuta come scienza naturale dell’autocoscienza, la quale è un principio assoluto nella forma dell’individualità astratta, fino all’estrema conseguenza, e cioè fino alla sua dissoluzione ed alla sua cosciente opposizione all’universale. Per Democrito invece l’atomo è solo l’espressione generale obbiettiva della stessa indagine empirica della natura. Di conseguenza l’atomo rimane per lui pura ed astratta categoria, ipotesi, che dell’esperienza è il risultato, non il principio energetico, e che perciò rimane inattuata, così come l’indagine naturalistica positiva non è più da essa determinata.” (p.79)

Testo e commenti online:

Archivio Marx-Engels

La necessità di Democrito e il caso di Epicuro nell’indagine del giovane Marx. – di Pietro de Michelis

Appunti: Marx giovane si cimenta con la filosofia di Democrito ed Epicuro, cogliendo un contrasto in entrambi che secondo lui porterebbe ciascuno a una conclusione contrapposta alla premessa. Il “giochetto” è quello del ribaltamento, e funziona perché Marx non esce dall’ambito della filosofia e della dialettica hegeliana. Non ho tempo di approfondire la rete di significati in cui si colloca la ricerca, ma dovrei capire meglio come utilizza qui,  per esempio,  i concetti di natura, autocoscienza, necessità, caso, fenomeno e individuo nel suo esercizio dialettico molto diverso da quanto scriverà successivamente.

Noto che Marx non coglie o non gli interessa, l’emergere di un metodo scientifico e le due tendenze rappresentate dai due filosofi. Tendenze che troviamo ancora nelle moderne scienze, almeno fino al novecento, nel considerare il rapporto fra conoscenza e natura o realtà: empirismo e razionalità.

Democrito, scettico ed empirico, vede nella necessità l’origine (l’universo è infinito e il tempo è eterno) e finisce con l’affermare la  soggettività di ogni esperienza di fronte alla natura. Per Democrito esistono solo gli atomi e il vuoto, il resto è parvenza. Mentre Epicuro (filosofo e dogmatico) crede nell’oggettività del fenomeno e nel caso, ma le sue spiegazioni portano, secondo Marx, alla negazione di ogni realtà della natura.

Democrito vede l’atomo come un’astrazione di una molteplicità di atomi.  Epicuro lo considera come l’uno, immutabile, che esprime nella sua capacità di repulsione la prima forma di autocoscienza.

La conoscenza di Democrito avvalora il determinismo della natura. Quella di Epicuro è manifestazione di una libera scelta e cosciente opposizione a ogni universale (Natura, Realtà).

ALTRI APPUNTI

 – Democrito Epicuro  
atomo

forma grandezza posizione, 

forma grandezza peso  
atomo astrazione di una molteplicità di atomi uno e immutabile  
       
  grandezza variabile, infinitamente grande e piccolo la grandezza non è infinita  
  posizione degli atomi nello spazio vuoto varia all’infinito peso trascina atomi da alto verso basso in linea retta  
aggregati corporei movimento vorticoso origina aggregazioni “clinamen” (Lucrezio). Deviazione dalla traiettoria. Declinazione.   
 forme variano all’infinito sono numerose ma non infinite  
 tempo  eterno, il sistema non ha bisogno del tempo    
universo infinito    
 movimento urti tra particelle, scissioni, mutamenti, vortici, vede solo aspetti materiali

capacità di repulsione

autodeterminazione

 
natura determinismo, empirismo > visione soggettiva.  caso, fenomeno è reale > negazione di ogni realtà  

 

**********

Da un saggio di Luciano Canfora

Ma la vera novità di questo lavoro, fondato su di un’attenta revisione delle fonti, sta nel capovolgimento della visione del mondo ellenistico, e quindi anche delle correnti di pensiero che lo caratterizzarono, visto tradizionalmente come epoca di decadenza, e le sue filosofie come fase di declino rispetto alla grande stagione platonico-aristotelica culmine dell’età «classica». Quelle filosofie sono invece, per il giovane Marx, «la chiave»per capire tutto il pensiero greco e più in generale la «vita» dell’antica Grecia.