Popper: Cartesio e materialismo

L’orologio di Cartesio, Kark R. Popper (1990)

Il mondo, secondo la concezione di Descartes, era un enorme meccanismo a orologeria in movimento. Era un sistema materiale gigantesco e meramente meccanico con eccezioni men che minime: delle piccole ghiandole, una in ciascun cervello umano, dove la mente, o la volontà umana, poteva influenzare quella particolare parte del meccanismo del mondo che era il cervello umano. Nella teoria fisica di Descartes c’ era un’ unica forma di causalità: ogni causa fisica era dovuta a spinta. Un corpo spingeva un altro corpo. Così funzionava il meccanismo a orologeria, in cui il dente di un ingranaggio spingeva il dente di un altro. Se la materia era liquida, gli ingranaggi erano rappresentati dai vortici. A mio parere, il contributo più importante di Descartes alla teoria fisica è stata la sua dottrina meccanicistica della causalità: il solo modo in cui dei corpi possano interagire è per spinta. Si trattava, beninteso, di un dogma sbagliato. Ma è dagli errori che si impara. Descartes applicò la sua teoria della spinta per spiegare la riflessione di corpi elastici da parte di superfici dure, ed estese questa teoria prima alla luce e poi ai nervi e al midollo spinale… Tuttavia la dottrina monistica cartesiano in base al quale qualsiasi interazione tra corpi è dovuta a spinta mal si adattava al suo interazionismo fra corpo e mente. Ma tale difficoltà venne ben presto eliminata in quanto l’ influenza della teoria della spinta non durò a lungo nella fisica. Venne dapprima soppiantata da Isaac Newton, che nella fisica introdusse, in aggiunta alla spinta, l’ attrazione, come altrettanto se non addirittura più importante: era la forza dell’ attrazione gravitazionale ad agire universalmente fra due porzioni di materia esistenti, mentre la spinta può verificarsi soltanto tra porzioni di materia che sono in contatto. Con ciò le cause erano sostituite dalle forze.

Naturalmente la materia rimane molto importante, ma il materialismo è morto. Non può essere risuscitato. E la sua morte è stata confermata dallo studio delle forze elettriche, magnetiche, elettromagnetiche, e chimiche, forze grazie alle quali si potevano muovere i veicoli senza spingerli o trainarli. Ho sempre ammirato i materialisti antichi, e Descartes, nella loro ardita lotta per ottenere una meccanica razionale, nonché per le loro innumerevoli scoperte. Ma è tempo, credo, che i filosofi si rendano conto che il materialismo è morto e che ormai non è altro che una di quelle ideologie un tempo autorizzate a ritenersi scientifiche ma che sono state onorevolmente confutate e sepolte.

[determinismo] Abbiamo quindi due modelli possibili di sistema causale del mondo: un modello di assoluta precisione, e un modello che può anche essere lievemente inesatto, lievemente impreciso, ma che, col tempo, può diventarlo sempre più. Georg Wilhelm von Leibniz era un cartesiano di seconda o terza generazione che credeva in un mondo assolutamente preciso. Il suo argomento era che Dio era perfetto, per cui il mondo da lui creato non poteva essere imperfetto. Quando Dio aveva creato il mondo, lo aveva fatto funzionare precisamente e deterministicamente per sempre. Isaac Newton, suo contemporaneo, credeva che la macchina del mondo (il sistema solare) fosse lievemente inesatta, e che Dio non l’ avesse predeterminata all’ inizio ma dovesse regolarla mentre era in funzione. Si tratta semplicemente di questo: un meccanismo perfetto non può funzionare. Newton aveva ragione. Un meccanismo deve essere inesatto; ma può essere controllato da un meccanismo regolare parzialmente indipendente, che è a sua volta inesatto. E’ questa combinazione a dare i migliori orologi, mentre un orologio assolutamente preciso o un sistema d’ ingranaggi assolutamente preciso non funzionerà. Qualsiasi orologiaio lo sapeva, anche solo intuitivamente. Newton lo sapeva; e lo sapeva Leibniz. Ma Leibniz voleva un Creatore perfetto, e un mondo perfetto. E pertanto ha sacrificato l’ interazione fisica, la causalità fisica, al determinismo. Ciò significava che soltanto Dio poteva creare. 

Ecco dunque che il mondo materiale è molto cambiato da noi. Costruiamo aeroplani e aeroporti e organizziamo servizi aerei. Questa non è una crescita naturale dovuta all’ interazione causale determinata di atomi o di altri frammenti di materia. Ciò è invece dovuto all’ interferenza della mente umana, al nostro pensiero e alla nostra pianificazione, alle nostre speranze e ai nostri sacrifici, alle nostre iniziative, alla nostra volontà, alla nostra mente.

(Karl R. Popper, Repubblica.it 1990

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