Cartesio – Mondo, Luce, Uomo

Il Mondo – Trattato della Luce. L’Uomo

Scritto parallelamente ad altre opere fra il 1830 e il 1833, quando decide di non pubblicarlo. Viene pubblicato dopo la sua morte, nel 1664.

cap 4 Del vuoto e del perché i nostri sensi non percepiscono certi corpi

tutti gli spazi, ritenuti vuoti dal volgo, nei quali percepiamo solo l’aria, sono almeno altrettanto pieni, e pieni della stessa materia, di quelli in cui percepiamo gli altri corpi. (45)

tutti i movimenti che si verificano nel mondo sono in qualche modo circolari:  quando, cioè, un corpo lascia il suo posto entra sempre nel posto di un altro, e questo nel posto di un altro ancora e così via… (46)

[nota: mi sembra che sia la concezione del vuoto che avevano Permenide, Aristotele e la Scolastica]

“timore del vuoto” è un’espressione impropria [la botte del vino non teme il vuoto ma è l’aria che non riesce ad entrare] (47)

lungi dal poter sentire tutte le cose che ci circondano, al contrario possiamo sentire di meno quelle la cui presenza è abituale e non possiamo avvertire mai quelle la cui presenza è costante (48)

senza alcun dubbio fra le parti di cui l’aria si compone ci sono dei piccoli intervalli in gran numero: non c’è altro modo di concepire un corpo rarefatto. Ma non potendo questi intervalli essere vuoti, ne concludo che vi sono necessariamente degli altri corpi – uno o più d’uno – che, mescolati all’aria, riempiono con la massima esattezza possibile, gli intervalli rimasti tra le parti di questa. (49)

cap. 5 del numero degli elementi e delle loro qualità

il fuoco: il fluido più sottile che sia al modo… immagino le sue parti molto più piccole e veloci … senza grandezza e senza forma determinate. 

l’aria: un fluido molto sottile, ma le sue parti hanno una certa grandezza e forma… separate da piccoli intervalli che possono essere. subito colmati dal primo elemento, il fuoco. 

dopo questi due elementi ne ammetto solo un terzo, la Terra: una grande massa le cui parti hanno un minimo di movimento.

Le forme degli elementi devono essere semplici e avere solo qualità che si armonizzano così perfettamente da tendere ciascuna la conservazione di tutte le altre.

in genere, tutti i corpi che si vedono attorno a noi sono misti o composti e soggetti a corrompersi.(53)

[Nell’universo tre generi di corpi: il Sole e le stelle fisse (il Fuoco), i Cieli (l’aria) e la Terra con i pianeti e le comete (Terra). I corpi misti si percepiscono solo sulla Terra.] (54)

perché il mio lungo discorso non diventi troppo noioso ho deciso di esporne una parte sotto forma di favola, sperando che la verità ne traspaia con sufficiente vigore e in forma non meno gradevole che se la proponessi nella sua nudità.(55)

cap. 6 Descrizione di un nuovo mondo e delle qualità della materia prima che lo compone.

Lasciate dunque che per poco il vostro pensiero esca da questo mondo per venirne a vedere un altro nuovissimo, che farò nascere in suo cospetto negli spazi immaginari”. (56)

penetriamovi solo quanto basta a farci perder di vista tutte le creature create da Dio cinque o seimila anni fa… (56)

cap. 7 Delle leggi naturali di questo mondo

per natura non intendo qui una qualche divinità, o altra sorta di potenza immaginaria; ma uso il termine per indicare la materia stessa in quanto la considero con tutte le qualità che le ho attribuito, prese nel loro insieme, , e sottoposta a questa condizione: che Dio continui a conservarla nella stessa maniera in cui l’ha creata. (61)

[Regole divine, leggi di natura] – Prima: ogni parte della materia persiste nel medesimo stato finché l’urto delle altre non la costringe a mutarlo. (62)

– Seconda regola: quando un corpo ne spinge un altro, suppongo che non possa comunicargli altro movimento senza perderne contemporaneamente altrettanto del proprio (65)

– Terza regola: quando un corpo si muove, benché il suo movimento avvenga per lo più secondo una curva e ogni movimento sia sempre in qualche modo circolare, tuttavia, le sue parti singolarmente prese, tendono sempre a continuare in linea retta[es. fionda e ruota*] (67)

Mi contenterò dunque di proseguire la descrizione iniziata [del nuovo Mondo] come se mi proponessi soltanto di raccontarvi una favola. (70)

cap. 8 Della formazione del Sole e delle stelle 

[il Sole e le altre stelle fisse è il “primo elemento”; i cieli sono il “secondo elemento”, e girano intorno al Sole] essendo indefinito il numero delle stelle, altrettanto diciamo del numero dei cieli; e che il firmamento altro non sia se non la superficie priva di spessore che separa tutti i cieli gli uni dagli altri. (75)

i pianeti posti più in alto devono muoversi più lentamente di quelli più bassi o più vicini al sole. (76)

[l’osservazione di Cartesio è coerente con le velocità orbitali, ma non è chiara nella sua descrizione: agitazione delle parti, movimento circolare, diversità del movimento,densità dei due elementi, fuoco e cielo, forma, attrito.] (71-77)

cap. 9 Dell’origine e del corso dei pianeti

i pianeti più lontani non debbono essere senz’altro quelli in apparenza più grandi, bensì quelli che nel loro interno sono più solidi e massicci. (87)

i pianeti seguono il corso della materia del cielo senza opporre resistenza, e si muovono con essa, ma non per questo con la stessa velocità, e la diversità del movimento deve anche essere in rapporto con quella intercorrente tra la grandezza della loro massa e la piccolezza delle parti del cielo da cui sonop circondati (88)

Concepisce la materia

come un vero corpo perfettamente solido che riempie allo stesso modo tutte le lunghezze, larghezze e profondità del grande spazio in mezzo a cui ci siamo fermati con il pensiero; sicché ognuna delle sue parti occupa sempre una parte di questo spazio. (La 144)

cap. 10 Dei pianeti in generale e in particolare della Terra e della Luna 

(89, La 168)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA

numero fra parentesi (xx)si riferisce alla pagina della edizione Laterza 1969, traduzione di Eugenio Garin

la sigla (La, xx) indica la pagina dell’edizione completa delle opere di Cartesio, vol. 1, Laterza 1986 

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TERMINI ed espressioni ricorrenti

supponiamo che Dio

nel nuovo mondo Dio non farà mai miracoli (La 154)