Che bello perdersi

Si chiama “attenzione parziale continua” ed è “ormai” definita come una sindrome che colpisce chi vive troppo esposto a computer e gadget elettronici. Sintomi: minore capacità di concentrarsi, rapidi cambiamenti di attività, multitasking. “Continuous Partial Attention
La mente si abitua a svolgere più attività parallelamente, distribuendo una minore attenzione a ognuna, e quindi con una perdita di concentrazione che spiegherebbe il comportamento di molti giovani.

Non sono più giovane, però conosco i sintomi. Accade non solo davanti a un monitor, ma è soprattutto lì che le idee frullano in parallelo, s’intersecano, si sovrappongono e poi, come per magia, vanno a posto. La sensazione è di non poter più fare una cosa per volta, e per ciascuna di non avere abbastanza tempo per riflettere. E’ un comportamento alienato (per usare un termine d’epoca), esattamente all’opposto di quello che vorrei avere: “L’intensità del momento non dipende dalla velocità”. Però non basta la consapevolezza per cambiare schema di gioco.

L’intensità del momento non dipende dalla velocità. Ogni momento è diverso dall’altro.
“In particolare nell’Area Brodmann 10 nella corteccia prefrontale dove vengono “parcheggiati” e poi ripresi i compiti mentali non completati. Quella regione è una delle prime a deperire con l’età e dà l’impressione della simultaneità in ciò che in realtà è una rapida successione di azioni cerebrali. Perché anche il processore umano, come quello del computer, alla fine svolge un task per volta. E a sovraccaricarlo con più richieste, illudendosi di far prima, spesso lo si impalla (aumentando tempi di elaborazione e rischio di errori sino al doppio come dimostrano studi recenti) proprio come succede ai calcolatori.” Riccardo Staglianò

“Ma è anche senz’altro vero che strumenti come Instant Messaging, Voip, Blog e Wiki oggi possono aumentare significativamente la cosiddetta “situational awareness”, ovvero la coscienza della situazione, e quindi consentire a tutte le persone di collaborare in una stessa direzione.” Paolo Valdemarin

“Scrivo, mi interrompo, navigo, apro la posta, rispondo, un amico mi manda un link, lo inseguo, lo metto in de.li.cious. (lo riaprirò mai?), stampo una pagina, la impilo su altre, fammi vedere a che ora danno il film che vorrei vedere, torno al testo, scrivo una frase, non mi viene, magari mi aiuta un post, scrivo il post, dovrei rispondere, oddio che ora si è fatta, dov’era il link che ho trovato ieri, scartabello tra le cartelle, però mi farebbe comodo la toolbar di google per cercare nel mio pc, fammi andare a vedere.” Luisa Carrada

Che bello perdersi. E comunque, si finisce sempre da qualche parte!