Le vicende

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Le vicende di Baruch Spinoza, Amsterdam, 24 novembre 1632 – L’Aia, 21 febbraio 1677 (in ebraico ברוך שפינוזה, Baruch; in latino Benedictus de Spinoza; in portoghese Bento de Espinosa; in spagnolo Benedicto De Espinoza;)

1632 – Baruch nasce ad Amsterdam in una famiglia di mercanti, ebrei marrani, e cresce nella numerosa comunità ebraica.

1638 – a sei anni perde la madre Maria Clara.

1640 – forse assiste alla punizione pubblica di Uriel de Costa, Gabriel da Costa, (1585-1640, esilio, pentimento, flagellazione, suicidio)

Spinoza studia a lungo l’ebraico, l’Antico Testamento e il Talmud. Ha come maestri Saul Levi Morteira (rabbino nato a Venezia e trasferitosi ad Amsterdam) e Menasseh ben Israel (rabbino, qabbalista e diplomatico). Legge le opere di:

– Abraham ibn Ezra (filosofo e astronomo, vissuto nel XI secolo)
– Mosè Maimonide (filosofo, rabbino e medico, vissuto nel XII secolo)
– Levi ben Gerson (filosofo e talmudista, vissuto nel XIV secolo)
– Hasdai ben Judah Crescas (filosofo e halakhista, vissuto nel XIV secolo)
– Judah Leon Abravanel, più conosciuto come Leone Ebreo (filosofo neoplatonico, poeta e scienziato, vissuto nel XV secolo).”

1649 – abbandona gli studi per aiutare il padre commerciante

1654 – muore il padre, e con il fratello Gabriel continua l’attività mercantile. Colerus parla invece di due sorelle: Rebeckah e Miriam, il cui figlio Daniel Carceris, nipote di Benedetto di Spinosa, si dichiarò uno dei suoi eredi dopo la sua morte.

1654, forse 1656, fino al ’58 – frequentala scuola di latino, greco, filosofia, politica di Franciscus Van den Enden. Con lui studia i classici latini e probabilmente Cartesio.

1656 – Proibizione dell’insegnamento di Cartesio nelle Provincie Unite (già proibite nel 1642 a Utrechte a Leida nel 1646)

Il 27 luglio 1656 Spinoza è cacciato dalla comunità ebraica, maledetto. Con lui viene espulso Juan de Prado che però abiura ed è riammesso.

1656 – Attentato con coltello, salvato dal mantello. Secondo la versione di Colerus l’attentato avvenne subito dopo la condanna da parte della Sinagoga, infatti apprese la notizia mentre si trovava già a Ouwerkerk, un sobborgo di Amsterdam, forse in una piccola comunità dei collegianti. – Altre voci, invece, sostengono che fu aggredito all’uscita dal teatro. La narrazione vuole che fosse in compagnia di Maria Clara, figlia di Van den Enden, e che abbia conservato quel mantello bucato per tutta la vita.  Ma l’aggressione avvenne prima o dopo l’espulsione? Qualcuno dubita persino che sia mai avvenuta.

1661 – si stabilisce a Rijnsburg, un villaggio presso Leida abitato dalla setta dei collegianti, pacifisti e contrari ai calvinisti ortodossi. Inizia la corrispondenza con Heinrich Oldenburg (Royal Society, Londra). Scrive “Breve trattato su Dio, l’uomo e il suo bene“, pubblicato nel 1862.

1663 – si trasferisce a Voorburg, sobborgo dell’Aia, in casa di Daniel Tydeman, maestro di pittura, in Kerkstraat. Nel frattempo incontra Jan de Witt, che gli assicura una modestissima pensione annuale.  Diventa amico dello scienziato Christian Huygens, (figlio di Constantin Huygens, che era amico di Cartesio e di Rembrandt). Con lui condivide interessi per matematica, scienze, in particolare di ottica.

1664 – durante la peste, si trasferisce a Schiedam vicino a Rotterdam

1665 – inizia stesura del “Trattato teologico-politico, pubblicato anonimo (si fa per dire) nel 1670.

1669 – muore Adriaan Koerbagh di malattia in carcere. Muore Simon de Vries.

1670 – Pubblica senza il suo nome il Trattato teologico e politico, si trasferisce definitivamente nella stessa città dell’Aia.

1671 – abita nella casa di un artista, Hendrik Van der Spyck. (Dopo la morte di Baruch, ottenne di poter vendere le poche cose (libri e disegni compresi) a pagamento del credito, secondo Colerus.)

1971 – Matrimonio tra Maria Clara e Thomas Kerkering, studente da Hamburg. Secondo Colerus (1705) si sposano solo dopo che lui ha abbracciato la religione cattolica.

1672 – Johan de Witt muore con il fratello Cornelis per un linciaggio degli orangisti. Esponente di spicco della Repubblica delle Sette Provincie nel periodo 1650-1672. 

1674 – le Corti d’Olanda condannano il Trattato di Spinoza insieme al Philosophia Sacrae Scripturae interpres di Meyer e al Leviathan di Hobbes.

1675 – si reca ad Amsterdam per curare la pubblicazione dell’Etica, ma rinuncia.

1976 – riceve la visita di Leibntiz (allora trentenne), lavora al “Trattato politico” che verrà stampato solo dopo la sua morte.

1677 – Muore, e pochi mesi dopo Lodewijk Meyer (Meijer, 1629 – 1681, latinista, medico e lessicografo) pubblica le opere postume di Spinoza, in latino e in olandese. 


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SPINOSA E L’ARTE, ANZI GLI ARTISTI

Da quando Baruch è fuggito da Amsterdam nel 1656, ha abitato quasi sempre in casa di artisti. Ma già prima, nel quartiere a maggioranza ebraico dove è cresciuto, si notava la presenza di diversi artisti, tra cui Rembrandt.  

Non c’è il minimo indizio che Spinoza abbia incontrato e conosciuto personalmente Rembrandt. Tuttavia, nel 1916 viene pubblicata una ricerca di André-Charles Coppier, artista e storico dell’arte, in cui sostiene che, in qualche modo, Rembrandt avrebbe incrociato il giovane Baruch e che inconsapevolmente lo avrebbe ritratto nel dipinto di “Davide e Saul”.

 Il giovane Davide che suona l’arpa assomiglia molto al giovane Spinoza, con quei baffetti da sparviero all’epoca molto di moda. “Aveva un bel viso, occhi neri, capelli neri, piccoli baffi”, così riferisce il capitano Miguel Pèrez de Maltranilla nel 1659.

Lo stesso André-Charles Coppier sostiene però che è impossibile un ritratto dal vivo perché nell’anno in cui Rembrandt dipinse la tela, il 1957 secondo le sue fonti, Spinoza si era già allontanato da Amsterdam. 

Oggi, però, la realizzazione dell’opera è stata retrodatata al 1654, se non prima. Quindi, chissà, erano quasi vicini di casa.


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SPINOZA DISEGNA CON IL CARBONCINO

Masaniello, raffigurato dall’incisore olandese Peter de Jode, 1660

Non c’è nulla di certo, ma da una testimonianza indiretta, riferita da Colerus, Spinoza si esercitava nel disegno con inchiostro o  carboncino, facendo ritratti dei suoi amici e visitatori.

Tra i disegni che Colerus sostiene di aver visto ve ne è uno che pare essere un autoritratto di Spinoza nelle vesti di Masaniello. 

Che Spinoza si paragonasse a Masaniello suona come una balla. Il nome di Masaniello (1620-1647) circolava in tutta Europa come simbolo della ribellione violenta di Napoli contro le autorità e contro le gabelle. Da pescatore e contrabbandiere a capopopolo, l’ascesa di Masaniello, che finisce con la “pazzia” degli ultimi mesi prima di essere ucciso e decapitato, sembra essere molto diversa dalla vita defilata e prudente di Spinoza, tutta dedicata allo studio e alla ricerca (sebbene contiguo ad ambienti sovversivi). Tuttavia, l’idea che Spinoza fosse un uomo maledetto e senza Dio (idea che ha continuato a circolare come un monito nei secoli provocando giudizi su di lui anche calunniosi e rabbiosi ), è sempre piaciuta ai sostenitori della libertà di pensiero.

Entrambi sono schierati contro l’ingiustizia, ma la critica di Spinoza prende la forma di una proposta etica di sviluppo civile nella concordia, mentre la ribellione di Masaniello è istintiva, nasce da un impulso di sopravvivenza e affermazione di sé, dal “conatus“, per usare un termine di Spinoza.

Spinoza è decisamente contrario a ogni forma di ribellismo che possa minare l’autorità, e auspica uno Stato che garantisca la libertà di pensiero e la collaborazione tra le diverse forze per ottenere il consenso del popolo. Attenzione però: la delega agli eletti non può e non deve mai essere totale.


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NO GUERRA! AMORE

Se fosse nato in tempi più recenti Spinoza avrebbe potuto essere un californiano pacifista e buddhista, dedito alla cucina vegana, all’amore libero e alla lotta per i diritti civili. 

La casa-scuola di Franciscus Van den Enden è stata per Spinoza un’esperienza diversa da quella avuta nella comunità ebraica. Van den Enden è un medico, ex gesuita, colto, appassionato, trasgressivo e cospiratore. Con lui studia i classici latini, forse Cartesio, e viene coinvolto dalle idee repubblicane.  È lì che Baruch, nel 1656, conosce l’unica donna di cui si sia innamorato, almeno secondo la biografia di Colerus: quando il maestro è impegnato, sua figlia Maria Clara lo sostituisce nell’insegnamento delle lingue. È una ragazza gioiosa, intelligente e la sua conoscenza del latino è perfetta. Baruch se ne innamora nonostante la differenza di età; lui ha 24 anni, è un giovane di bell’aspetto, è curioso e intelligente, già molto critico e ribelle nelle idee, si cimenta col teatro, e qualche fantasia forse se l’è fatta.

L’età è importante nel gossip che perseguita nei secoli la vita quasi invisibile di Spinoza, perché i primi pettegolezzi consideravano Clara Maria poco più che una bambina, quindi sembrava impossibile o disdicevole che lui si fosse innamorato di lei. Una recente scoperta ha stabilito che Clara Maria è nata nel 1641, quindi non era poi così giovane quando frequentava Baruch tra il ’56 e il ’58.

Comunque sia, e purtroppo per Spinoza, nella sua classe c’è un altro studente, Thomas Kerkering, di 18 anni (Dirk per gli amici), il quale conquista il cuore di Clara Maria con una collana di perle. L’aneddoto è banale, però i due si sposeranno dopo quindici anni, a Parigi nel 1771 e dopo il passaggio di lui alla religione cattolica e romana. Un lungo fidanzamento. E Spinoza? In tutti quegli anni ha probabilmente mantenuto un rapporto con Clara Maria e Dirk, se non altro perché l’ambiente sociale e culturale in cui si muovevano era lo stesso. Ma di amore per Clara Maria non vi è il minimo indizio, forse un’amicizia… non risulta che vi sia stata alcuna corrispondenza scritta con lei, né con altre donne. Mi dispiace che non si sappia nulla, ma non per Spinoza.

Sarei invece curioso di sapere che fine ha fatto Clara Maria: la ragazza sveglia e allegra, che ha avuto un padre anticonformista ed esplosivo, che ha fatto da insegnante a Baruch, quello che sarà uno dei filosofi più amati e più odiati, e che si è sposata a 30 anni, quindi tardi per quell’epoca, con uno scienziato convertito al cattolicesimo.

Non sappiamo nulla circa gli “amori” di Spinoza. Il suo “esilio” è in piccole comunità di collegianti, dalle idee pacifiste e antidogmatiche. Abita in casa di artisti, che come sempre sono squattrinati. Fa una vita umile, ma non misera, a cui lui dichiaratamente si atteneva. Sicuramente non fa vita mondana; fa qualche viaggio ad Amsterdam, Leida, Hutrecht,  ma riceve molte visite anche di personaggi importanti della cultura e della politica.

L’unico amore di Baruch resta l’amore di Dio attraverso il dominio delle passioni e la conoscenza scientifica e razionale del mondo e dell’uomo. È un amore intellettuale.

È un amore casto, intellettualmente rivolto al Tutto, ma che non trascura il particolare e comprende quali sono i sentimenti umani (vedi Sentimenti ed emozioni). 

Qualche parola sull’amore carnale e sulle donne l’ha scritta. Per esempio, Spinoza è un sostenitore dell’amore libero: certo, non è più il giovane hippy che si ribella ai pregiudizi e alle false credenze; da adulto il suo cammino diventa quello di un “uomo libero” che sa moderare razionalmente le passioni: “la Temperanza, la Sobrietà e la Castità indicano una potenza della Mente, e non già una passione.” (Etica, parte III, cap.48)

Baruch non disdegna le gioie e i piaceri del vivere, anzi teorizza che l’uomo cerchi la gioia, la “letizia” e non la tristezza o la paura. Sempre con moderazione e sul filo teso fra ragione e passione. Però, solo l’uomo libero sa cos’è il vero Amore, e quindi cosa c’è di meglio della castità? Tuttavia, Spinoza lascia spazio al matrimonio quando il sesso non è guidato solo dalla libidine e dalla bellezza, ma dalla scelta di un animo libero.

Sui rapporti extraconiugali Spinoza è decisamente pessimista: l’amore si trasforma facilmente in odio e persino in follia. Meglio non rischiare di perdere la ragione.

Superato il tema dell’amore, e del gossip che perseguita nei secoli il filosofo, mi piacerebbe capire cosa pensa Spinoza delle donne nel suo progetto etico e politico.


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AMICI, SOSTENITORI, FIANCHEGGIATORI E DISCEPOLI
(varie fonti) 

Adriaan Koerbagh (1632-1672) – Propone una religione razionale sulla scia di Spinoza, ma si esprime in modo molto più radicale – Opere principali per cui verrà condannato: Bloemhof, e Een Ligt in cui  critica tutte le religioni, nega la divinità di Cristo, ma le sacre scritture sono vere e devono solo essere analizzate in modo razionale. La sua idea politica è che bisogna educare il popolo per accedere anch’esso alla conoscenza vera e certa. Tutti abbiamo le stesse possibilità, come per Spinoza. Lo Stato dovrebbe essere il garante dell’affermarsi di un ordine sociale fedele ai dettami della ragione, e a tale scopo propone di far dipendere le autorità ecclesiastiche da quelle civili, dando loro “il compito di insegnare quanto prestabilito dall’autorità civile, che agisce conformemente alla ragione di Dio”. Pubblicava in nederlandese e ciò ovviamente lo presentò come un sobillatore di popolo. (Tra hobbes e Spinoza: vita ed opere di Adriaan Koerbagh – A. Cimarelli 2013, riferimenta a O.K. Meinsma: Spinoza et son circle, Parigi, 1983)

Lodewijk Meyer (1629-1681) – Medico latinista e lessicografo. Pubblica Philosophia Sacrae Scripturae interpres nel 1666 che verrà censurato nel 1674, insieme al Trattato di Spinoza. Accoglie il metodo di Cartesio ma non la separazione fra materia e spirito. In disaccordo anche con Spinoza sulla divisione fra teologia e filosofia, ma pubblica le opere di Spinoza nello stesso anno della morte. Ha interessi per il teatro, traduzioni in nederlandese. Scritti sulla poesia, sulle passioni, e la traduzione del romanzo di Ibn Tufayl “La vita di Hayy bin Yakzan” (1105-1185) [tradotto in latino nel 1492 da Pico della Mirandola a partire da una versione in ebraico). È reggente del teatro di Amsterdam nel 1669.

È tra i fondatori dell’associazione  – Nil Volentibus Arduum. Partecipano intellettuali, artisti, medici e letterati, considerati sostenitori della letteratura francese (Pierre Corneille, Jean Racine and Molière). All’epoca il contesto teatrale era occupato da Jan Vos (1610/1611-1667) vetraio e scrittore, autore dell’aforisma “la visione precede la parola”, e di scene teatrali crudeli e violente. (nessun collegamento con Spinoza)

Jarig Jelles (1620-1683) – autore della prefazione all’Opera postuma di Spinoza (1667) e paga la pubblicazione di uno scritto di Spinoza su Descartes. Corrispondenza con Spinoza. (gruppo di Rijnsburg)

Pieter Balling (?-1664) – traduce il testo di Spinoza su Cartesio, penso in nederlandese (gruppo di Rijnsburg)

Simon de Vries (gruppo di Rijnsburg) muore nel 1669 – Ricco commerciante olandese. Offre una rendita vitalizia a Spinosa, che però ne accetta solo una parte.

Guglielmo de Blyenberg – commerciante di biade, ammiratore

Manassé ben Israël (1604-1657) – Manuel Dias Soeiro. Rabbino, cabalista, editore e tipografo. Insegnante di Spinoza alla Sinagoga. Abita vicino a Rembrandt e nella stessa zona in cui abita anche il giovane Baruch. Quando Spinoza viene espulso si trova a Middelbourg  dove muore.

Christiaan Huygens (L’Aia, 1629-1695) matematico, astronomo e fisico olandese. Studia matematica e giurispudenza a Leida tra il 45 e il 47, poi si dedica a astronomia e fisica. Conosce Spinoza  negli anni sessanta, quando il filosofo abita a  Rijnsburg, e con lui compie studi di ottica e di fisica.

Franciscus van den Enden  (Anversa 1602 – Parigi 1674) – ex gesuita, medico, mercante d’arte, libraio, insegnante di latino, (teorico del libero amore?) e cospiratore di idee repubblicane (muore impiccato a 70 anni, a Parigi, per tentato assassinio del Re Sole). Insegna tra il 1655 e il 1658 a Spinoza i classici latini, e lo introduce alle più recenti teorie filosofiche e scientifiche, tra cui quelle di Cartesio. La didattica di Van den Enden si basa sul coinvolgimento dello studente attraverso l’azione teatrale.

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Jean Maximilien Lucas,  (1647-1697), nato a Rouen, medico, ugonotto, poligrafo, giornalista. Emigrato nei Paesi Bassi nel 1667,  attivo contro Luigi xiv. Discepolo e amico di Spinoza, e il probabile autore di quella che è la sua prima biografia “La vie et l’esprit de Mr. Benoit de Spinosa” (circa 1678-1688 e pubblicata nel 1719 ma circolava già il manoscritto).

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Kerckring (1660)

Theodor Kerckring or Dirk Kerkring (Kerkerinck o Kerckeringh o Kerckerinck) (1638 – 1693) –  anatomista, chimico. Frequenta a 18 anni la scuola di Van den Enden con Spinoza. Poi studia medicina a Leiden (Leida). Si racconta che abbia usato un microscopio costruito da Spinoza. Nel 1671 sposa a Parigi Clara Maria Van den Enden, dopo essersi convertito alla religione cattolica da quella luterana. Ha una discreta fama in anatomia e osservazione clinica. Zoppica.

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Henrich Oldenburg – corrispondenza dal 1661 con Spinoza – nasce a Brema nel 1618, si trasferisce a Londra nel 1653 al tempo di Cromwell. È segretario della Royal Society dal 1662 al 1677. Fondatore nel 1665 del periodico scientifico Philosophical Transaction.

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“Pietro Balling, Jarig Jelles, Simone de Vries, Lodovico Meyer, lo Tschirnhaus, per citare solo alcuni nomi, erano amici fidati e appassionati. Amici malfidi, incostanti, non degni della stima e dell’affetto di Spinoza si rivelarono Ugo Boxel, Guglielmo de Blyenberg, Alberto Burgh. Anche l’amicizia con Enrico Oldenburg, vero protagonista dell’Epistolario, ha non poche ombre accanto alle luci. E alquanto oscuri sono anche i rapporti Spinoza Leibniz.” (Introduzione Cantoni-Fergnani)

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Antoni van Leeuwenhoek – (1632 – 1723), nato e vissuto a Delft. Commerciante di tessuti e incarichi pubblici.Pur non avendo una cultura scientifica approfondita, grazie al microscopio allarga le conoscenze sul corpo umano e sui microorganismi dal 1674 circa. Applica il sistema sperimentale come insegnato da Galileo. Mantiene una corrispondenza con la Royal society (Oldenburg) e pubblica sulla loro rivista le sue scoperte. Conosce Huygens (amico di Spinoza) e pare che abbia realizzato la camera oscura per Vermeer. Anche Vermeer abita a Delft, che sta a 10 minuti di bicicletta (secondo Google Map) dal sobborgo dell’Aia in cui vive Spinoza negli ultimi anni. 

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