appunti da rivedere

ATTENZIONE: IN VERDE SONO INSERITI IN ZENZQUAD non tutti controllati

ATTENZIONE: IN BLU SONO INSERITI IN ZENZERO non tutti controllati

1.

Dovrei ritenermi soddisfatto: vivo in una casa piccola, comoda per uno e stretta per due, con dentro quello che serve, non più del necessario perché lo spazio ovviamente è limitato, sebbene abbia cercato di trasformarlo secondo i fini pratici di una conduzione casalinga, i risultati sono per certi aspetti disgustosi, nell’insieme invece domina il caotico universo di oggetti che si muovono senza trovare una collocazione stabile, tranne per quelli abbandonati in un angolo, dimenticati, anche delle abitudini ci si dimentica di averle e così, spesso, non sono consapevole di quanto sia piacevole conoscere le proprie abitudini, per realizzarle puntualmente ogni giorno,in questi momenti il tempo scorre lentamente, e la realtà sembra un’altra, impossibile qui ed ora, ma accettabile se arriva attraverso lo schermo del monitor, ecco il telefilm che mi appassiona, o il film che mi ero perso, il dibattito a Samarcanda, le schegge dal passato, bellissimo quel programma “La macchina del tempo”, una ampia scelta, che bello non devo uscire per sentirmi meno solo, non devo rimettere il cappotto pesante, me ne rimango qui,dentro al mio maglione preferito col telecomando … e invece no, c’è la sera che trasmettono in contemporanea cinque programmi che vedrei volentieri, ma poi, la sera dopo non c’è un programma che mi piaccia, non c’è un film interessante e neppure divertente, prima mi deprimo a pigiare in continuazione i bottoni numerati del telecomando, poi mi incazzo e riapro il frigorifero quasi deserto, a questo punto di solito mi sento colpevole, incapace, inutile a me stesso, getto il telecomando, indosso il cappotto ed esco sbattento la porta.

2.

Mentre scendevo le scale ho controllato di avere le chiavi in tasca.

3.

Pen.si..eri…

Nella testa i pensieri si stanno sgretolando. le parole non si dispongono linearmente ma scoppiettano moltiplicandosi, ripetendosi…senza senso .

4.

5.

La ragazza aveva appoggiato il vassoio sul bordo del tavolino e stava mettendo davanti a ciascuno il suo bicchiere.

6.

Ciao sono Marco

Sollevò il ricevitore, compose il numero sui tasti fosforescenti, attese che il segnale fosse interrotto dal “Pronto..” e disse:

– Ciao, sono Marco. Senti questa lettera che ho ricevuto oggi e dimmi che cosa ne pensi. Te la leggo: ” Mi voglio uccidere, ho deciso. Mi uccido perché non posso stare lontano da te.Senza il tuo amore non avrò più alcuna ragione di esistere. Non so più che fare, capisci? non posso fare altro che soffrire…Vorrei morire, voglio morire per non soffrire più. Perché non riesco ad immaginare una vita senza di te, senza vederti, senza parlare, discutere, litigare con te, e senza fare l’amore con te, sentire le tue carezze, i tuoi baci…Ti prego, se mi vuoi bene, se almeno mi hai voluto bene, ti prego non mi lasciare. Perché non rimandiamo la decisione , dammi un’altra possibilità. Ne ho diritto! Anche se so che non dovrei chiederti nulla: era nei patti, sin dall’inizio, ma…Ma proviamo ancora una volta ad amarci!…Cosa sto dicendo? E’ tutto finito, lo so. Scusami. Non ho diritto,io, di chiederti questo sacrificio. E poi lo faresti solo per pietà, per non lasciarmi morire. Scusami, non so quello che dico. Perdonami. ” Ebbene, Carla, che cosa ne pensi?

All’altro capo del telefono la voce di donna rispose:

– Avrei molte cose da dire, ma io non sono Carla.

– Tu..lei.. non è Carla?

– No! e se lo fossi farei in modo di non dover più sentire la sua voce.

– Ma io..Mi scusi, io..forse ho sbagliato numero..

– E’ quello che credo!

7.

Una camicia grigia

Versò il caffè nella mia tazza.

– Hai una camicia grigia, disse.

– Senti madre, il grigio è un colore come tutti gli altri.

– I preti portano una camicia come la tua, e tu hai una camicia grigia come i preti.

– Non provocarmi, madre. Lo so che non sopporti che io sia ateo.

9.

Solo personaggi

Una grande immensa città, che contiene altre città, grandi e pic-cole, industriali ed esotiche, reali, immaginate, invisibili. E poi pianura, montagna, mare, pioggia, sole, e cieli.

Una città dove ci sta il mondo.

Un mondo senza uomini. Abitato solo da personaggi.

11.

12.

Un pomeriggio nell’ozio

Era un pomeriggio di un giorno d’inverno, nuvole basse sulla città e una pioggia sottile. Contavo di passarlo felicemente nell’ozio.

13.

Ricordo che ricordai qualcosa della mia infanzia, il freddo e i disagi di vivere in campagna, la fame, i vestiti ruvidi, si dormiva su materassi riempiti con le foglie di granoturco e i cuscini con penne di gallina. Solo i ricchi avevano il piumino e la legna in abbondanza. Noi si andava nelle stalle per scaldarci. Al mattino mia sorella apriva le imposte della finestra. Sui vetri c’erano disegni di ghiaccio e stando a letto vedevo le cime degli alberi con la brina. Come guardare una televisione immobile, o lentissima. Eppure ogni emozione allora era intensa, trascinava in mondi fantastici, come quelli dei racconti che il maestro ci leggeva o che di sera i vecchi raccontavano davanti al fuoco nella stalla. (Mondi immaginari dove le persone e le cose erano verosimili, ma le regole…)

Poi, con gli anni, è venuta la disillusione per tutti i mondi che non siano quelli possibili.

(i ricordi dell’infanzia che mio padre racconta, sono sempre un po’ dolci e tristi)

14.

Occhi

Alzò gli occhi ed incontrò i suoi.

15.

Siamo in troppi. E non dire che esagero

– Prima, dentro di me sentivo soltanto una voce. Adesso ce n’è un’altra che dice quel che pensa, e risponde.

– Non devi preoccuparti, perché ciascuno non è solo se stesso, ma una somma di diverse personalità. Il concetto di individuo deve essere visto come un complesso sistema fisico e psichico, che può assumere aspetti differenti, e sdoppiarsi in personalità anche contrapposte. Ciò che senti è la complessità della consapevolezza che hai di te stesso.

– Come lo dici bene. Anch’i’ho pensato che una persona potrebbe essere fatta di più persone. Però mi sembrava impossibile. Poi, quando ho cominciato a sentirmi dentro non più una voce ma due, che discutono, polemizzano e pretendono di decidere, ed io che assisto preoccupato perché vorrei intervenire ma non mi lasciano parlare…In quel momento siamo in tre. Siamo in troppi. E non dire che esagero!

16

vedi: VENTO

17.

LA MENTE E IL CORPO:STORIA DI UNA DIVISIONE IMPOSSIBILE.

 

ho solo un vago ricordo, più una sensazione che un’idea. una sensazione come quella che si prova guardando un angolo vuoto della libreria, da cui qualcuno ha tolto un oggetto che era rimasto lì posato per tanto tempo.

non so come accadde , ma da quel momento, che neppure ricordo, la mia testa smise di funzionare. non me ne resi conto subito perché le parole continuavano a scorrere ai piedi delle immagini erano didascalie che leggevo divertito, mentre il silenzio entrava come ovatta nelle mie orecchie.

non potrei dire cosa fosse, se una scelta o una necessità.

18.

Lei taceva. E per un attimo ancora, lui ebbe il timore che il dialogo potesse cadere.

19

Un foglietto trovato

Sullo sfondo azzurro intenso del cielo

La linea delle montagne sembra il mio cardiogramma.

Neve, roccia, verde spesso degli abeti.

La nebbia sul fondo della valle.

Il tramonto rosso e arancio.Uno scenario così: da mezza pensione e senza pretese di forma.

20

sguascicare come gelato nel fango.

21

La morte del marito

“Che peccato, sarebbe stato così contento”, ha detto Evelyn Baxter nell’intervista concessa a due anni dalla morte del marito.

22

Sonno

Sulla pagina bianca scarabocchio il sonno.

23

Camminavo

La strada stretta, le case vecchie, camminavo lungo il muro.

24

Il portiere mi diede la chiave, salii al terzo piano, corridoio a sinistra, porta in fondo, camera numero 47.

25

La mano

La tovaglia è bianca. Gianna allunga il braccio attraverso il tavolo e gli accarezza la mano.

– Sono felice di questo incontro, lo aspettavo da tempo.

Lui alza gli occhi ed incontra i suoi.

– Anch’io aspettavo questo momento.

Paolo urta un bicchiere con il gomito e rovescia il vino sulla tovaglia.

26

naufrago

———————=———————————

naufrago tra la terra ed il cielo, tra la luce ed il buio, tra vero e falso, tra dolce ed amaro, tra bianco e nero, tra speranza e felicità

27

Stupida e irrilevante notte di una città autunnale.

Stupida e irrilevante notte di una città in primavera

28

Merda’merda’: questo piccolo prodotto calligrafico che racchiude in sè odore,colore, consistenza ed altre particolari caratteristiche. ???

29.

Io ed Esso

Al posto di queste parole ce n’erano altre che ho preferito cancellare. Ed ora ho paura che la cosa non sia gradita al mio inconscio. A volte lo trovo inopportuno se non persino vendicativo. “Esso” mi direbbe che soffro di paranoia od ossessioni. Ma io, che poi è anche “esso”,credo che si diverta a farmi rattrappire…

Domanda: Perché dovrei temere ciò che ho rimosso?

Risposta: La morale cattolica della tua educazione, la cultura occidentale, il linguaggio stesso che usi…tutto ciò fa di te un colpevole perché vorresti dimenticare…

Affermazione: oggi,un problema da risolvere è quello di come rimuovere il rimosso. E’ un problema ecologico: bisogna smaltire i rifiuti prodotti da una cultura fortemente inquinante. Molte scorie e uno spreco di risorse naturali e immaginarie.

31.

Natura – Immaginazione

Due aspetti di un’unica realtà?

Si contrappongono per volontà dell’uomo?

Con l’immaginazione l’uomo può uscire da ciò che è naturale per distinguere il vero dal falso?

Natura è solo un termine immaginario perché si riferisce ad una origine o ad una fine (vi è lo stesso atteggiamento religioso perseguendo l’uno o l’altro)?

Quale verità vi è nella natura che non dipenda dall’uomo?

Cosa sarebbe l’immaginazione se non fosse essa stessa naturale? L’immaginazione è soprannaturale? Quindi è con l’immaginazione che si conosce il soprannaturale?

Potrei essere così imbecille da crederci? (E’ da molto tempo che penso -escludo per principio la parola credo!- a Dio come ad un prodotto immaginario pubblicizzato da una setta di pubblicitari in abiti scuri)

 

Che pantano.

Rimosso

Rifiuti

Natura

Immaginazione

Dio

Pubblicità

Nel “mio rimosso” ci dovrebbero stare solo rifiuti riciclabili..

Io, comunque, non sono “io”.

Psicologia, economia, sociologia, politica sono alcune delle scienze di transizione che perdono di influenza quando si riorganizzano le ideologie religiose. -Cazzo! che mattone.

31

Flaubert era un presuntuoso quando ha detto: Madame Bovary sono io.

32.

Calore, odore, vista

Il calore, l’odore dei corpi che affollavano il locale. Rimase immobile, il tempo di adeguarsi al forte contrasto fra le luci e le ombre.

(la percezione del calore, della temperatura, fa parte del tatto?)

33

Il rumore del treno arriva improvvisamente nell’oscurità della stanza, cresce fino ad occuparne tutto il silenzio, poi si allontanerà, lasciando nelle orecchie una traccia che si allunga fino a scomparire.

34

Prova non d’autore

a. un’immagine ingombrante che allontanandosi continuava ad incuriosire

b. un’immagine ingombrante che continuava ad incuriosire anche da lontano

35

36

Adriana Barbara Carlotta Daniela Elisabetta Federica Gabriella e a quel punto la discussione fra mio padre e mia madre si fece accesa.

Dovevano decidere per il nome: ormai mancavano pochi giorni alla mia nascita. Purtroppo la loro intesa era crollata, forse per stanchezza e delusione o perché erano cambiati loro stessi durante la lunga attesa di avere un figlio maschio.

La mamma non voleva più saperne di quella “stupida idea” di seguire l’ordine alfabetico. E poi i nomi che iniziano con la lettera “H” non gli piacevano. Ci manca solo quello in questa casa, disse con un tono di voce molto arrabbiato.

Papà non cedeva facilmente, ed a volte neppure cedeva. Invitò le sorelle ad uscire in giardino, perché era una bella giornata da gustare all’aperto. (E’ rimasta una sua caratteristica quella di usare la parola gustare, anche nei discorsi più lontani dalla cucina.)

Adriana, che allora aveva undici anni rideva ogni volta che papà pronunciava quella parola. Barbara, anche se non capiva, rideva pure lei per non sembrare più giovane. Carlotta, invece, diventava serissima perché intuiva che per lei ci sarebbe stata ancora meno attenzione. Daniela scompariva, diventava parte dell’arredamento della stanza. Elisabetta era spesso distratta e Federica giocava con il suo piede. Gabriella in quel momento dormiva: che sollievo!

Vennero gentilmente sospinte da papà in giardino con la promessa che le avrebbe raggiunte per giocare con loro. Uscirono dalla porta finestra, tutte tranne Gabriella che dormiva e Federica di cui, come al solito, nessuno notava la presenza.

37

Il Padre Simbolico

padre-parola

38

FAHRENHEIT 451, la temperatura a cui bruciano i libri.

I libri rendono gli uomini infelici.

Il pompiere non ha memoria di quando i pompieri avevano il compito di spegnere il fuoco.

Lezioni su come scoprire gli oggetti nascosti: – Per imparare a trovare bisogna prima imparare a nascondere.

– Assolutamente!

Poliziotti che tagliano i capelli , annunciatrice Tg: Come vedete, far rispettare la legge a volte può essere divertente.

( Ho il ricordo di un filmato della televisione cinese dopo la repressione crudele, in cui i poliziotti tagliano i capelli ad alcuni studenti dopo averli malmenati e arrestati.

Il cronista italiano riportava le parole del cronista cinese: un commento divertito per l’originalità del taglio!

Il ricordo del film e delle immagini dalla Cina si confondono.

Forse…

39

41

Nel corso del tempo

bianco/nero

esterni aperti, piccoli paesi, fattorie

interni camion cinema tipografia il cielo si riflette sul cofano dell’auto schiantata contro albero grande e ramuto ma senza foglie

nel camion-abitazione da una finestra di plexiglas si vedono le nuvole scorrere nel cielo e la luna

con la sceneggiatura davanti guardo il film e anticipo, mi creo aspettativa di conferma o

alcune parole non si sentono, ma appaiono come sottotitoli e sembrano sottolineare un gesto o un’azione

42

ci sono ricordi che non si fanno vedere chiaramente. Restano incerti. Ed incerte sono le conseguenze di quei ricordi: ricordati o immaginati?

Ho perso ogni intimità con la scrittura. A volte il linguaggio scritto mi appare come un qualcosa che è rimasto fuori dai confini del vissuto. Un sogno che a stento ricordo.

Quando leggo un libro – da un po’ di tempo mi accade – la narrazione prende il sopravvento. Le parole non si mettono in fila sulla pagina, ma salto da un’immagine mentale all’altra senza capire quali parole sto leggendo. I significati si confondono, le parole diventano trasparenti, ed i ricordi hanno un seguito incerto.

Non ricordo neppure perché prima ne fossi affascinato.

Scrivere mi fa soffrire un poco, m’indispone, mi fa capire quanto poco io alloggi nel linguaggio o il linguaggio in me.

Scrivere. Le parole sono scaglie di pelle, che si staccano, scivolano via dalla superficie del corpo,(senza spessore)

Eppure, se trovo un’idea, se trovo una frase appesa, rinasce il desiderio di scrivere..e di soffrire. Ciclo che si ripete.

Ma la mano è lenta nel registrare: il pensiero, l’immaginare è già oltre e il corpo è ancora lì che si chiede ragione della prima parola. Qualsiasi parola, un verbo o un avverbio, un nome o un pronome, anche un articolo semplice.. se almeno alla prima seguisse una seconda parola.

Ma..ma che ragione c’era per scrivere anche questo!

43

La guerra del golfo, del petrolio, degli USA e dell’Irak, dell’Occidente contro l’Islam, degli arabi contro tutti, la guerra del Nord e del Sud che si fronteggiano, dei ricchi contro i poveri, la guerra incivile, dei corrotti che si fanno paladini, dei militari che si mettono il camice da chirurgo, la guerra tecnologica, degli aerei e dei bombardamenti, la guerra minuto per minuto, la guerra censurata, la guerra vista per telefono, osservata dai satelliti silenziosi, decisa dai bombardieri assordanti, simbolica e mortale, la guerra per la pace, guerra del progresso contro l’ozio, guerra annunciata dai governi ai governati, guerra persa ancora prima di essere vinta, guerra alla ragione, morti e distruzione, guerra per i nostri privilegi, per fare notizia, una guerra.

45

45. Nomi di prodotti o personaggi

AlfaRomeo

Ava

Bitter

Cacao

Gordon

Gulasch

Nelson

Onofrio

Rai

Rex

Sigismondo

Skoda

Sprite

Teseo

Traco

Yomo

Zeiss

46

Rimangono soltanto la creatività intesa come imperfezione, e l’immaginazione intesa come deformazione.

47

Capitoli

 

Rettangolo pag 1

1. Dovrei ritenermi soddisfatto pag. 1

2. Mentre pag. 1

3.Pen.si..eri… pag. 1

4. pag. 1

5.La ragazza pag. 2

6.Ciao, sono Marco pag. 2

7. Una camicia grigia pag. 2

8. Luna e Venere pag. 2

9. SPAZIO pag. 2

NARRATORE

TEMPO:

10. prove pag. 3

11. parole pag. 3

12. Un pomeriggio nell’ozio… pag. 3

13. Ricordo che ricordai pag. 3

14. Occhi pag. 4

15. Siamo in troppi, e non dire che esagero pag. 4

16. Ricordo lei pag. 4

17. La mente e il corpo pag. 5

La mente e il corpo II pag. 5

18. Lei taceva pag. 5

19. MONTAGNA pag. 5

20. Fango pag. 521. La morte del marito pag. 5

22. Sonno pag. 6

23. Camminavo pag. 6

24. Camera 47 pag. 6

25. La mano pag. 6

26. Naufrago pag. 6

27. Notte di una città pag. 6

28. Merda pag. 6

29. Io ed esso pag. 6

31. Rapporto NATURA-IMMAGINAZIONE pag. 6

31. Flaubert pag. 7

32. calore,odore,vista pag. 7

33. Il rumore del treno pag. 7

34. prova pag. 7

35. Dialogo tra un vescovo ed un turista pag. 7

36. Sette sorelle pag. 8

37. Il padre simbolico. pag. 8

38. Fahrehneit 451 pag. 9

39. La narrazione pag. 9

40. La narrazione II pag. 9

41. Nel corso del tempo pag. 10

42. Scrivere scaglie di pelle pag. 10

43. Spazio vuoto pag. 10

44. Spazio vuoto pag. 10