Galileo Galilei

«La filosofia è scritta in questo grandissimo libro, che continuamente ci sta aperto innanzi agli occhi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua e conoscere i caratteri ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri sono triangoli, cerchi ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola» (Il Saggiatore, cap. VI).

(Sidereus Nuncius). «il settimo giorno di gennaio, dell’anno 1610, ad una ora della notte, mentre esploravo il cielo, tramite il cannocchiale, Giove si presentò ai miei occhi:  essendomi costruito  uno strumento di alta precisione, io scorsi (e questo m’era successo prima a causa della della debolezza dell’altro cannocchiale) tre piccole stelle, in altre parole, i satelliti di Giove  in moto di rivoluzione attorno al pianeta, come la Luna attorno alla Terra».

(Dialogo…) «Per gli oggetti che si muovono  di un moto uniforme, quest’ultimo è come se fosse nullo». (Esempio della nave)

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Bibliografia parziale dall’Edizione Nazionale, 1909 (bibliografia completa)

La bilancetta (opera giovanile 1586 pubblicata postuma nel 1644)
Le mecaniche, 1599 
Le operazioni del compasso geometrico et militare, 1606, pubblicato 1640

Sidereus Nuncius, (1610 Venezia 550 copie esaurite in una settimana; 1610 Francoforte; Londra 1653; 1655-56 in opere di G.(senza Dialogo perché all’indice), Bologna; fine ‘600 prima traduzione dal latino in francese; 1718 in opere di G. Firenze; 1744 Padova; 1842-1856 curata da Eugenio Alberi; 1890-1909 voluta da Antonio Favaro;) 

Discorso intorno alle cose che stanno in su l’acqua, 1612
Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari e loro accidenti, (pubblicato 1613 Accademia dei Lincei)
Discorso sopra il flusso e il reflusso del mare, 1616 Roma
Il Discorso delle Comete, 1619

Sopra le scoperte de i dadi

Il Saggiatore, 1623 
Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, scritto tra 24-30, pubbl. 1632 Firenze (in volgare), 1635 Firenze (in latino); 

Due nuove scienze, 1638 Paesi Bassi
Trattato della sfera, 1656

Elia Deodati (1576–1661) sostenne la diffusione del pensiero di Galileo e promosse la traduzione in latino in Francia.

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cronologia Museo Galilei

1639-42 nella casa di Arcetri vivono con lui Vincenzo Viviani (Granduca Ferdinando II de’ Medici) e Evangelista Torricelli.

 

 

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Andrea Battistini – Galileo tra scienza e letteratura – 2016

Galileo si rivolge a un pubblico ampio. G si pone il problema della divulgazione anche fra i non addetti ai lavori.

Combina la cultura scientifica con la cultura letteraria. È stato uno scienziato della natura, un critico letterario e un prosatore. 

Tra i suoi libri: Archimede, Euclide, Aristotele, Copernico.. Plauto, Terenzio, Giovenale, Boccaccio, Dante, Cervantes, 

È l’ultimo grande intellettuale che ha sommato in sé quelle che in seguito (C. Doole) si sarebbero chiamate le due culture: scientifica, umanistica.

Distinguere enunciati di principio e attività pratica

Dal punto di vista teorico Galileo è stato un sostenitore della netta separazione fra scienza e letteratura, fra matematica e poesia, fra logica e retorica. Due stili di pensiero profondamente diverso.

Il discorso scientifico ricerca il vero. Le scienze umane si occupano del verisimile, del probabile.

Non è un caso che Galileo abbia apprezzata Ariosto e non Tasso. Per lui la letteratura deve essere invenzione. Ariosto fantasioso. 

Cartesio: Compito della letteratura è delectare (come dire), mentre la scienza cerca il vero (come fare).

In realtà anche nella divulgazione scientifica Galileo usa una prosa di livello alto.

Teoria dei paradigmi di Thomas Kuhn (1922-1996): “Il paradigma scientifico è una conquista scientifica universalmente riconosciuta che per un certo periodo fornisce un modello di problema e soluzioni accettabili per coloro che praticano un campo di ricerca.” Per esempio la teoria astronomica di Aristotele e Tolomeo. Un paradigma dura finché non sopraggiungono delle anomalie che mettono in crisi la teoria.

Paradigma: “un risultato scientifico universalmente riconosciuto che, per un determinato periodo di tempo, fornisce un modello e soluzioni per una data comunità di scienziati” (C.Khun)

Prima di fare una nuova teoria secondo Galileo bisogna cambiare la mentalità degli uomini per distinguere il vero dal falso.

G. si rivolge a tre tipi pubblico: mondo accademico (aristotelico, astrologia, interessi economici); meccanici (ingegneri, artigiani abili, ma socialmente poco importanti e apprezzati); dilettanti colti e ricchi (interesse personale senza fini di lucro, aperto alle novità, disposto a finanziare, umanisti).

G. aveva l’ambizione di introdurre nella chiesa le teorie di Copernico. (Maffeo Barberini (Urbano VIII) ammiratore di Galileo. Filippo Salviati, Federico Cesi (fondatore dell’Accademia dei Lincei e suo protettore, morto nel 1630- Accademia chiude) Ed è per questo che usa usa scrittura colta; usa digressioni, apologhi, favolette, incipit, exordia, dispositio.

La curiosità era considerata un vizio, un peccato, dai tempi della cultura greca. Con G c’è un cambio di paradigma e la curiosità spinge alla ricerca, alla scoperta.  

Lazarillo de Torres, Cervantes nello stesso periodo introducono il romanzo moderno. Galileo non usa il linguaggio denotativo della scienza, ma un linguaggio diffuso. G. teorizza che “non solo è un difetto, ma diventa un pregio inserire altre notizie purché non siano totalmente separate… “

metodo ipotetico deduttivo.

Paragona la scrittura a un banchetto dove le digressioni e la dimensione letteraria, che conferisce grandezza e nobiltà al discorso, sono paragonate alla “vaghezza dell’egregio e sontuoso apparato” che esibisce i cibi, le vivande.

1629 cerimoniale introduzione ai “Massimi sistemi”.

Galileo non è solo dotato di una capacità spontanea di scrittura, ma riflette e cerca un modo di scrivere adatto alla divulgazione scientifica. 

G. osserva fenomeni quotidiani: vuole sottrarre la scienza da quella dimensione peripatetica, magica e lontana, e riportarla all’attenzione per i fenomeni naturali.

Esperimento del gran naviglio: controbatte la tesi dei peripatetici con un esperimento di fisica meccanica descritto in modo così vivo che sembri di averlo sotto gli occhi (Ipotiposi).

Galileo vuole riportare all’interno del paradigma dominante l’anomalia (i satelliti di Giove, il moto della terra attorno al sole…)

La letteratura vive di straniamento perché porta al di fuori del noto.

Massimi sistemi scritto in latino. Campanella la definisce come una commedia.

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CALVINO

” Chi ama la luna davvero non si accontenta di contemplarla come un’immagine convenzionale, vuole entrare in un rapporto più stretto con lei, vuole vedere di più nella luna, vuole che la luna dica di più. Il più grande scrittore della letteratura italiana di ogni secolo, Galileo, appena si mette a parlare della luna innalza la sua prosa ad un grado di precisione e di evidenza ed insieme di rarefazione lirica prodigiose. E la lingua di Galileo fu uno dei modelli della lingua di Leopardi, gran poeta lunare…”

Lezioni americane «”Il discorrere è come il correre”: questa affermazione è come il programma stilistico di Galileo, stile come metodo di pensiero e come gusto letterario: la rapidità, l’agilità del ragionamento, l’economia degli argomenti, ma anche la fantasia degli esempi sono per Galileo qualità decisive del pensar bene».

Galileo possiede l’immaginazione più straordinaria. Discorre delle sue esperienze e controversie sempre per mezzo di racconti e metafore (L’Approdo Letterario 1968)

Galileo usa il linguaggio non come uno strumento neutro, ma con una coscienza letteraria, con una continua partecipazione espressiva, immaginativa, addirittura lirica. Leggendo Galileo mi piace cercare i passi in cui parla della Luna: è la prima volta che la Luna diventa per gli uomini un oggetto reale, che viene descritta minutamente come cosa tangibile, eppure appena la Luna compare, nel linguaggio di Galileo si sente una specie di rarefazione, di levitazione: ci s’innalza in un’incantata sospensione. Non per niente Galileo ammirò e postillò quel poeta cosmico e lunare che fu Ariosto.(Una pietra sopra, cit., p. 186.)

 

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CURIOSITAS. Da Galileo a Italo Calvino, 2013 Massimo Rizzante

“Tuttavia, la rinuncia a Dio non comporta per il curioso galileiano una vera accettazione dei fenomeni. La fede in Dio non è sostituita dalla fede nel mondo. Egli, infatti, pur meravigliato dal canto della cicala, è spinto dalla sua stessa curiosità ad andare oltre a ciò che vede e sente, oltre allo spectaculum, meraviglioso ma ingannatore, delle apparenze – alla stregua dei romanzieri inglesi che un secolo dopo s’impegneranno a superare la soglia delle celebrazioni e dei costumi dell’individuo alla ricerca indiscreta dei facts, dei suoi segreti privati, inaugurando così le moderne finzioni.”

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Metodo sperimentale deduttivo secondo wiki

Il metodo sperimentale, detto anche galileano o ipotetico-deduttivo, è una procedura conoscitiva articolata in diverse proposizioni, chiamate ragionamento sperimentale. Esso si basa sull’idea che la teoria si costruisce all’inizio, non alla fine.

Per eseguire osservazioni scientifiche che abbiano carattere di oggettività, è necessario applicare le seguenti regole, proprie del metodo deduttivo:

formulare un’ipotesi;
esprimerla in modo da prevedere alcune conseguenze o eventi, deducibili dall’ipotesi iniziale;
osservare se si produce l’evento previsto;
se l’evento si produce, la teoria non è confermata, semplicemente non è stata smentita e possiamo accettarla solo provvisoriamente.

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Biblioteca di Galileo, alcuni autori

Abu Masar Gafar Ibn-Muhammad –> Abu Mashar, al-Balkhi Jafar ibn Muhammad 787-886

Abu Mashar, al-Balkhi Jafar ibn Muhammad 787-886

Abu Mashar, Jafar ibn Muhammad ibn Umar al-Balkh –> Abu Mashar, al-Balkhi Jafar ibn Muhammad 787-886

Aristarco di Samo –> Aristarchus Samius ca. 310-230 a.C.

Bardi, Pietro de’ –> Bardi, Piero de’ 1560-1650

Cervántes, Miguel de –> Cervántes Saavedra, Miguel de 1547-1616

Gassend, Pierre –> Gassendi, Pierre 1592-1655

Guldin, Habakuk –> Guldin, Paul 1577-1643

Lazzarillo de Tormes –> Hurtado de Mendoza, Diego 1503-1575

Orazio –> Horatius Flaccus, Quintus 65-8 a.C

Ovidio –> Ovidius Naso, Publius 43 a.C.-17/18 d.C.

Palladio, Andrea 1508-1580

Pico della Mirandola, Giovanni 1463-1494

Platone –> Plato 427-347 a.C.

Plauto, Tito Maccio –> Plautus, Titus Maccius ca. 250 a.C.-184 a.C.

Polibio –> Polybius ca. 200-ca. 120 a.C.

Rheticus, Georg Joachim 1514-1574

Ruzzante –> Ruzante ca. 1502-1542

Vasari, Giorgio 1511-1574

Zane, Quinto sec. XVII

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Galileo Galilei – Paul Feyerabend – Lafrusta.net

Dal capitolo su Galileo aggiunto successivamente da Paul Feyerabend al suo libro “Contro il metodo“, prima edizione 1975. Capitolo citato dal cardinale Ratzinger nel 1990. Non presente nell’edizione Feltrinelli.

“La Chiesa all’ epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo, e prese in considerazione anche le conseguenze etiche e sociali della dottrina galileiana. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta, e solo per motivi di opportunità politica se ne può legittimare la revisione.”

“L’ eresia, intesa in senso lato, denotava una deviazione da comportamenti, atteggiamenti e idee che garantivano una vita equilibrata e santificata.”

“Molti passi biblici sembrano suggerire che la Terra sia piatta. Tuttavia la Chiesa ha accettato senza problemi che la Terra sia sferica. Dall’ altro lato la Chiesa non era pronta a cambiare solo perché qualcuno aveva fornito delle vaghe ipotesi. Voleva prove scientifiche. In questo agì in modo non dissimile dalle istituzioni scientifiche moderne, che di solito aspettano a lungo prima di incorporare nuove idee nei loro programmi.”

“Tuttavia la Chiesa ha accettato senza problemi che la Terra sia sferica. Dall’ altro lato la Chiesa non era pronta a cambiare solo perché qualcuno aveva fornito delle vaghe ipotesi. Voleva prove scientifiche. In questo agì in modo non dissimile dalle istituzioni scientifiche moderne, che di solito aspettano a lungo prima di incorporare nuove idee nei loro programmi. Ma allora non c’ era ancora una dimostrazione convincente della dottrina copernicana. Per questo fu consigliato a Galileo di insegnare Copernico come ipotesi; gli fu proibito di insegnarlo come verità. Questa distinzione è sopravvissuta fino a oggi. Ma mentre la Chiesa era preparata ad ammettere che certe teorie potessero essere vere e anche che Copernico potesse avere ragione, se sostenuto da prove adeguate, ci sono ora molti scienziati che considerano tutte le teorie strumenti predittivi e rifiutano le discussioni sulla verità degli assunti. La loro motivazione è che gli strumenti che usano sono così palesemente progettati a fini di calcolo e che i metodi teoretici dipendono in modo così evidente da considerazioni sull’ eleganza e sulla facile applicabilità, che una tale generalizzazione sembra ragionevole.”

“Riassumendo: il giudizio degli esperti della Chiesa era scientificamente corretto e aveva la giusta intenzione sociale, vale a dire proteggere la gente dalle macchinazioni degli specialisti. Voleva proteggere la gente dall’ essere corrotta da un’ ideologia ristretta che potesse funzionare in ambiti ristretti, ma che fosse incapace di contribuire a una vita armoniosa. Una revisione di quel giudizio potrebbe procurare alla Chiesa qualche amico tra gli scienziati, ma indebolirebbe gravemente la sua funzione di custode di importanti valori umani e superumani.”

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Alcuni aspetti sottolineati nella scheda su Galileo

“è Galileo che ha introdotto la matematica nel mondo della fisica, che abbandona così definitivamente i concetti qualitativi Aristotelici.”

“L’attività del matematico si basa sull’idea che, sotto il disordine evidente dei fenomeni, oltre al corso irregolare dei pianeti (etimologicamente, i pianeti sono “astri erranti”), esiste un ordine nascosto ben preciso, che può essere rappresentato per mezzo di movimenti circolari, da sempre immagine della perfezione. “

“le argomentazioni che Copernico esibiva a sostegno del sistema  eliocentrico si basavano non su uno studio matematico o sperimentale del movimento corpi – come sarà nel caso di Galileo -, ma su una concezione del mondo che si può qualificare come metafisica, fondata sulle idee di “fuoco centrale” o di “forza solare”.”

” La convinzione di Galileo si basa dunque sull’evidenza sperimentale e non più, come quella dei difensori di Copernico, su ragioni metafisiche. “

“Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo tolemaico e copernicano, redatto – a differenza del precedente saggio scritto in latino-,  in lingua italiana volgare, proprio perché Galileo vuole dare ai suoi temi  la massima  divulgazione, nel senso letterale del termine.  Questo testo  presenta  la nuova dottrina del movimento e costituisce la base della fisica moderna, inaugurata da Galileo. Ma è anche, per noi italiani, l’atto di fondazione dell’italiano prosastico scientifico e referenziale, una delle più alte vette toccate dalla lingua italiana.”

“Secondo la dottrina aristotelica, un movimento che è “come nullo” è un movimento senza velocità, dunque solo il riposo è “come nullo”; dire che il movimento degli animali è “ come nullo” non ha dunque strettamente alcun senso. Ce n’ha invece molto nella nuova fisica, che, affermando che alcuni movimenti (i movimenti uniformi) sono come inesistenti, abolisce in parte la distinzione radicale stabilita dalla fisica aristotelica tra riposo e movimento.”

“Alla proporzionalità della forza e della velocità, “legge fondamentale” della dinamica aristotelica, è sostituita quella della forza e della variazione del movimento (accelerazione). “

Dialogo… “le cose avvengono a bordo della nave in movimento, come se essa fosse immobile:”

“La distinzione aristotelica tra mondo sublunare, regno del deteriorabile e dell’alterabile, e mondo lunare, luogo dei corpi celesti imperituri ed inalterabili (ci andò pure Astolfo sulla luna, nell’Orlando furioso, a cercarvi il proprio senno inalterato), è superata, e con essa l’idea che i corpi possano occupare luoghi “naturali”, determinata dalla loro composizione intima:”

“Il filosofo deve farsi matematico, come il matematico deve diventare filosofico. Galileo segna dunque il momento in cui la fisica moderna sorge dell’unione di due discipline prima distinte: la filosofia naturale e la matematica. In questo spirito occorre  intendere la sua frase famosa secondo la quale «il libro della natura è scritto nel linguaggio  matematico».”

“Galileo è dunque alla ricerca di una rappresentazione quantitativa dell’accelerazione e, in modo più generale, del movimento uniformemente accelerato. Segue allora la sua famosa definizione della velocità istantanea come passaggio al limite, a partire dalla nozione “comune” di velocità, facendo tendere gli intervalli di tempo verso zero – definizione che poiché si  fonda sull’infinitamente  piccolo, presagisce l’introduzione del calcolo infinitesimale nella scienza occidentale.”