Movimento di traduzione

La casa della saggezza, Al-Khalili, 2010. prima traduzione 2013 Bollati Boringhieri

Per tutta la sua età dell’oro la scienza araba fu inestricabilmente connessa alla religione. È ovvio che se non fosse stato per l’Islam la rivoluzione scientifica degli Abbasidi non sarebbe mai avvenuta, a differenza della diffusione del Cristianesimo nei secoli precedenti, incapace di fornire un incoraggiamento analogo allo sviluppo di un pensiero scientifico autonomo. (82)

movimento di traduzione di dimensioni spettacolari, un processo che durò due secoli e nel corso del quale gran parte del sapere delle civiltà del passato – Greci, Persiani e Indiani – fu tradotto in arabo. (84)

754 – anno di ascesa di al-Mansur. Intorno a quell’anno prese l’avvio il movimento di traduzione.

Tre fattori cruciali

 1 – necessità di tradurre i testi scritti in pahlavi con il pieno sostegno del califfato. Alcuni di quei testi erano di origine persiana; altri, tra cui molte opere di carattere medico, matematico e astronomico, erano stati tradotti in pahlavi dal greco e dall’indiano.

 2 – ossessione per l’astrologia che era parte integrante della cultura persiana. Contatto con l’astronomia indiana. Per es Al-Fazari traduce Siddhanta di Brahmagupta.

 3 – la nascita del movimento di traduzione in corrispondenza con la comparsa di tecnologie emergenti (ponti ad arco in pietra, mulini ad acqua, canali), e in particolare la fabbricazione della carta. La prima cartiera dell’impero abbaside a Samarcanda, sulla via della seta. Tra i prigionieri di guerra cinesi vi erano persone che conoscevano le tecniche di produzione della carta a partire da lino e canapa, abbondanti nella regione. Inoltre, si svilupparono diverse tecnologie associate alla fabbricazione di libri: la produzione di coloranti, inchiostri e colle, la lavorazione del cuoio e le tecniche di rilegatura.